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Cosa valutare quando si chiede un mutuo

Comprare una casa è uno degli acquisti più costosi che facciamo nella nostra vita, quindi la scelta del mutuo giusto è fondamentale. Tuttavia, con migliaia di mutui diversi là fuori può essere abbastanza scoraggiante per decidere.

I consulenti ipotecari saranno in grado di aiutarvi a guardare le vostre circostanze finanziarie e adattare di conseguenza un prodotto adeguato. Ma prima di prenotare un appuntamento, cerca un mutuo con l’aiuto dei servizi google sui migliori acquisti ipotecari per darti un’idea migliore di quale tipo di tasso e di offerta ipotecaria dovresti puntare.

Tariffe e pagamenti

Quando si sceglie un mutuo, si dovrebbe sempre guardare le tasse allegate al prodotto. Alcune delle tariffe più basse disponibili possono comportare forti commissioni, quindi dovrai calcolare esattamente quanto pagherai.

Pensa a come intendi pagare tutti i costi associati al mutuo. Alcuni istituti di credito ipotecario chiederanno anticipatamente le commissioni di costituzione, mentre altri li aggiungeranno al costo del vostro prestito, il che significa che vi saranno addebitati interessi per la durata del mutuo. È quindi necessario decidere quale sia l’opzione più adatta per le circostanze.

Molte offerte di mutuo dai migliori brand reputation di banche, ti legheranno per un periodo di tempo concordato, il che significa che se esci dall’accordo presto ti verrà inflitta una penalità di rimborso . Assicurati di essere a conoscenza di quanto a lungo sei legato e pensa a come le circostanze possono cambiare nel periodo. Le penali per il rimborso anticipato possono essere molto alte e non si desidera incorrere in ulteriori addebiti del dovuto.

Una volta che il contratto ipotecario iniziale termina, è necessario verificare quali costi verranno addebitati se si desidera passare a un altro istituto di credito. Alcuni istituti di credito fisseranno la tassa di uscita all’inizio, mentre altri faranno pagare quello che vogliono al momento dell’uscita.

Flessibilità e facilità di applicazione

A seconda delle circostanze, è possibile che si adatti a un mutuo che consente di pagare in eccesso, sottopagare o prendere ferie di pagamento. È quindi possibile adattare le rate del mutuo in base alle proprie esigenze.

Ultimo ma non meno importante, quando hai trovato l’ipoteca giusta per te, assicurati di guardare il modulo di domanda prima di firmare sulla linea tratteggiata. Fai attenzione che alcune applicazioni online richiedono molto tempo per essere completate, quindi scegli il metodo con cui ti senti più a tuo agio – dopo tutto, potresti essere legato al mutuo per un lungo periodo.

Mutui e visura ipotecaria: come cancellare l’ipoteca a debito estinto

Quando si ottiene un mutuo per l’acquisto di una casa, scatta automaticamente l’ipoteca sul bene.

A debito estinto bisogna cancellare l’ipoteca, a meno che non siano già passati vent’anni trascorsi i quali l’ipoteca si estingue automaticamente, fatto salvo un rinnovo da parte della banca.

 

Funzioni dell’ipoteca

L’ipoteca è un diritto reale di garanzia che comporta:

  • La possibilità per il creditore principale, se ne esistono altri, di soddisfarsi con privilegio, cioè prima, nel caso in cui il bene acquistato sia oggetto di pignoramento e vendita forzata. Ciò significa che, se l’immobile è venduto all’asta, il creditore che vanta la garanzia d’ipoteca ottiene per primo il ricavato della vendita; a seguire ne beneficeranno gli altri o la somma sarà divisa in parti uguali fra i creditori senza ipoteca.
  • La possibilità per il debitore di vendere il bene, insieme con il diritto all’ipoteca: così il debitore si libera del pagamento il creditore può rivalersi sul nuovo acquirente.

 

Come già scritto, l’ipoteca dura vent’anni, terminati i quali il creditore può rinnovarla o lasciarla estinguere.

 

Istituto di credito e fine del pagamento

L’ipoteca scatta al momento della concessione del mutuo, ma non viene cancellata automaticamente quando si finisce di pagarlo. È necessario, invece, rivolgersi alla Conservatoria dei Registri Immobiliari.

Se, infatti, si finisce di pagare prima dello scadere dei vent’anni, l’ipoteca rimane e chiunque esegua una visura ipotecaria la vedrà ancora presente, anche se il debito è pagato per intero. In questo caso il titolare del bene deve chiedere la cancellazione dell’ipoteca, per evitare difficoltà, se deciderà di vendere. I potenziali acquirenti, infatti, difficilmente comprano se dalla visura ipotecaria risultano gravami sul bene.

 

Riduzione dell’ipoteca

Quando il mutuo è ancora in vigore, ma ne è già stata pagata la maggior parte, il debitore può chiedere alla banca la riduzione dell’ipoteca. Ciò significa che, se l’ipoteca grava su più beni, è possibile chiedere che la pendenza sia cancellata da alcuni e ridotta solo agli altri, previo pagamento parziale della somma dovuta.

Se la banca accetta, il notaio dovrà emettere un atto per la formalizzazione.

Cancellazione dell’ipoteca

Quando il mutuo è stato pagato integralmente, per eliminare l’ipoteca si può aspettare che siano passati vent’anni dalla stipula oppure chiedere la cancellazione immediata. Questo si può fare in due modi:

  • Tramite il notaio che, dopo aver ottenuto il via libera dalla banca, riceve un atto pubblico o una scrittura privata autenticata, in cui si comunica l’assenso all’eliminazione dell’ipoteca, poi annotato sull’iscrizione ipotecaria.
  • Con la procedura semplificata di cancellazione introdotta dal decreto Bersani. Il vantaggio è che il debitore non ha altre spese; lo svantaggio sono i tempi lunghi. Prima bisogna fare istanza alla banca del debitore, poi questa invia la richiesta di cancellazione all’Agenzia del Territorio. Infine, la cancellazione è annotata dopo trenta giorni dalla comunicazione, a meno che il creditore non si opponga.

E’ possibile perseguire questa seconda opzione anche per mutui accollati, dopo il frazionamento, e stipulati anche secondo la legge sulla Tutela degli acquirenti di immobili da costruire.

 

In entrambi i casi, l’ipoteca è cancellata e sulla visura ipotecaria non risulteranno più gravami.

Mutui casa: il tasso Euribor riprende a salire, il tasso Eurirs scende. Cosa fare?

Antonio Ciancimino del blog Investire Informati ci fornisce delle buone dritte sui Mutui Casa.

L’ Euribor, il tasso interbancario utilizzato come base di calcolo dei mutui a tasso variabile, sembra decisamente aver esaurito la discesa e ha ripreso a salire. Al contrario l’Eurirs, il tasso di riferimento dei mutui a tasso fisso, si è ridotto.

L’Euribor, il tasso interbancario utilizzato come base di calcolo dei mutui a tasso variabile, sembra decisamente aver esaurito la discesa e ha ripreso a salire. Al contrario l’Eurirs, il tasso di riferimento dei mutui a tasso fisso, si è ridotto. Come si evince dalla tabella Euribor, notiamo che, per esempio, il tasso a tre mesi è passato dallo 0,70% del 4 gennaio scorso allo 0,91% del 6 agosto (minimo 0,63% del 31 marzo), e così anche i tassi a uno e sei mesi. La tabella Eurirs indica invece una diminuzione generalizzata dei tassi (per esempio il tasso per venti anni è passato dal 4,05% del 4 gennaio al 3,35% del 6 agosto).
Cosa significa? Che molto probabilmente stiamo assistendo ad una inversione di tendenza dei tassi, col risultato che da qui ad uno o due anni i mutui a tasso fisso potrebbero essere più convenienti di quelli a tasso variabile. Già oggi si trovano sul mercato mutui a tasso fisso intorno al 4,5% (incluso lo spread). Per chi ha un mutuo a tasso variabile le conseguenze per adesso sono limitate, le rate hanno subito rialzi minimi, ma l’aumento sembra destinato a diventare col tempo più consistente.
E’, paradossalmente, un segnale positivo, perchè tassi troppo bassi sono sintomo di crisi economica e di disoccupazione in aumento. Sembra che lo scenario macroeconomico mondiale sia migliorato, si vedono segnali di ripresa sostenuta da un leggero aumento dell’inflazione. Se continua così, i tassi di interesse gradatamente proseguiranno nel rialzo e non è escluso un aumento, seppur minimo, dei tassi ufficiali entro fine anno. Sono segnali senz’altro positivi, ma tutto dipenderà da fattori come la disoccupazione e il debito pubblico dei singoli Paesi, indispensabili per la crescita economica, sempre che non si ripetano altre crisi come quella della Grecia.
Per quanto riguarda i mutui, da precisare che il termometro della tendenza viene dalle surroghe. Con i tassi in discesa, il 25-30% degli italiani ha cercato di migliorare le condizioni del proprio mutuo passando dal fisso al variabile o al variabile con cap, cioè con tasso massimo prefissato. Ma si assiste anche ad un ritorno d’interesse verso il tasso fisso. Questo perchè si cominciano a trovare mutui al 4,5%, comunque sotto il 5%, spread compreso.
Cosa fare? Occorre vagliare bene le varie proposte e concordare con la propria banca termini e condizioni. Però possiamo affermare che tendenzialmente potrebbe essere il momento di considerare conveniente stipulare mutui con cap e quelli a tasso fisso. Conveniente può essere anche la surroga da parte di chi sta pagando un mutuo, per esempio, del 6% a tasso fisso, appunto con un mutuo con cap o con un tasso fisso al di sotto del 5%. Con questi tipi di mutuo il cliente può stare veramente tranquillo.

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