La lavastoviglie, forse una delle nostri migliori alleate, l’elettrodomestico che per una vita ci salva dalla faticosa e difficile operazione del lavaggio dei piatti a mano: cosa sappiamo veramente della sua storia, usi e consumi? In questo articolo approfondiremo qualche informazione interessante sul’uso della lavastoviglie, dalla sua nascita fino ad oggi, in un periodo particolarmente difficile per gli italiani.
Storia della lavastoviglie: da dove nasce?
La prima lavastoviglie non è molto antica, trattandosi di un elettrodomestico ci aspetteremmo qualcosa come i primi del ‘900 o anche oltre: eppure, il primo modello in assoluto venne lanciato nel 1887 da una donna, Josephine Cochrane, a Chicago. Di fatto, l’idea fu di quell’annata, ma il prodotto venne presentato fisicamente qualche tempo dopo, nel 1893 alla Fiera Colombiana. La particolarità dell’invenzione riguarda gli intenti sottostanti: non era un mezzo di riscatto personale; l’esigenza era dettata dal fatto che i domestici personali della signora Cochrane le scheggiavano le porcellane. Così, sull’onda del prodotto che era stato presentato in Fiera un trentennio prima, nel 1924 William Howard inventò un vero e proprio mini-modello di lavastoviglie adatta all’uso quotidinano e domestico. Stavolta l’idea non rimase il vezzo di una famiglia nobile e potente, ma il desiderio e il riscatto delle famiglie anche più comuni.
Vero è che solo nel 1970, insieme all’avvento di molti altri elettrodomestici, tutte le case comuni tra Europa e America si riempirono di questi piccoli modelli.
Quali tipologie di lavastoviglie esistono?
Le lavastoviglie che conosciamo tutti probabilmente sono quelle ad incasso orizzontale. Accanto alla lavastoviglie orizzontale altro tipo abbastanza diffuso è quello a libera installazione, che si configurano di un’altezza leggermente maggiore, e ad occhio nudo sembrano più slanciate e strette. Le dimensioni delle lavastoviglie si suddividono anche in piccola, media e grande a seconda del numero di coperti che riescono a caricare. Una lavastoviglie piccola di solito usa dagli 8 ai 10 coperti.
Come funziona la lavastoviglie?
Una normale lavastoviglie domestica funziona a partire da un motorino elettrico, dunque sfrutta l’elettricità presente nelle nostre case. Questo è il motivo per cui, se consuma eccessivamente e se abbiamo in uso un altro elettrodomestico, è molto probabile che ci sia un sovraccarico e salti la corrente.
Dicevamo che il motore elettrico è di per sé attaccato ad una pompa, che grazie ad una serie di tubi riesce a spruzzare l’acqua calda all’interno della camera con le stoviglie. Esse si trovano caricate su dei cestelli ad estrazione, che vengono puliti continuamente dalla rotazione di una serie di bracci spruzzanti acqua. I filtri autopulenti posti nella parete inferiore sono necessari al ricambio dell’acqua durante le diverse fasi del lavaggio.
Quali sono le varie fasi del lavaggio?
Di norma, in quasi tutti i programmi abbiamo una fase di prelavaggio, successivamente alla quale si genera corrente di acqua calda tra 45 e 75 gradi. Quest’acqua ha un forte potere pulente in quanto il calore viene anche supportato da detergenti ed emulsionanti che abbiamo precedentemente inserito nell’apparecchio. Dopo aver rimosso le parti più sporche delle stoviglie, l’acqua viene cambiata due o tre volte attraverso lo scarico nella parte fonda della lavastoviglie. L’ultimo risciacquo a 65 gradi è particolarmente caldo e serve per applicare brillantezza alle stoviglie, soprattutto se abbiamo precedentemente caricato l’apposito detergente brillantante.